Conosci l’intelligenza emotiva?

14 Lug 2021 | Blog, Eventi

CONOSCI L’INTELLIGENZA EMOTIVA?

Ti sei accortӘ anche tu che la nostra società e, più in generale, la cultura occidentale è dominata dalla mente razionale, dal QI (quoziente intellettivo)?. C’è la convinzione che le emozioni siano pericolose, perché ingovernabili; e, se non siamo in grado di controllarle, allora ne saremo rapiti, saremo sotto il loro sequestro. Meglio nasconderle, non sentirle, soffocarle.

Però, cé qualcosa che non torna e anche il nostro Vasco nazional-popolare ce lo dice: Ho fatto un patto, sai, con le mie emozioni le lascio libere, e loro non mi fanno fuori. Perchè, a conti fatti, utilizzare l’intelligenza emotiva non vuol dire essere preda delle emozioni, ma, al contrario, usarle, integrarle con la nostra parte razionale, per essere più consapevoli di noi, per avere relazioni migliori e per raggiungere i nostri obiettivi.

Cos’è l’intelligenza emotiva?

Per aiutarti a capire meglio cos’è l’intelligenza emotiva, voglio partire dalla definizione delle due parole che compongono questo costrutto teorico: INTELLIGENZA ed EMOZIONE.

INTELLIGENZA

Nel dizionario della Treccani si può trovare una definizione chiara di questo concetto: “Complesso di facoltà psichiche e mentali che consentono all’uomo di pensare, comprendere o spiegare i fatti o le azioni, elaborare modelli astratti della realtà, intendere e farsi intendere dagli altri, giudicare, e lo rendono insieme capace di adattarsi a situazioni nuove e di modificare la situazione stessa quando questa presenta ostacoli all’adattamento”.

C’è da dire, tuttavia, che la comunità scientifica ancora non concorda universalmente su una definizione univoca di cosa sia l’intelligenza, perché è un fenomeno complesso a cui diversi studiosi hanno dedicato molti anni della loro vita. Ma non sono qui per fare un trattato psicologico sul tema!

Ciò che è importante è che per intelligenza si intendono tutte quelle abilità cognitive e (nella definizione più stretta) razionali che ci consentono di “intelligere”. Per misurarla vengono utilizzati una serie di test, comunemente si parla di quoziente intellettivo (QI).

LE EMOZIONI

Le emozioni sono reazioni psicofisiologiche complesse e articolate, che si sono formate e specializzate in termini evoluzionistici nell’essere umano in quanto animale sociale. Tipicamente si possono individuare 5 tipi di emozioni primarie (ti ricordi quelle del film Inside Out?) altri modelli ne individuano 8 :

1. tristezza
2. disgusto
3. rabbia
4. aspettativa
5. gioia
6. fiducia
7. paura
8. sorpresa

Come si misurano le emozioni? Entriamo in un dedalo di strumenti che vanno dalla misurazione dello stato emozionale, dell’espressività emotiva, del riconoscimento emotivo, della regolazione delle emozioni…fino a scale cliniche sull’ansia, sulla depressione…e così via. Secondo me, il fatto che il numero di strumenti per misurare le emozioni sia così variegato e complesso, ci dice qualcosa rispetto al nostro rapporto con le emozioni: le consideriamo più difficili da afferrare e abbiamo più bisogno di controllarle.

Ti chiedo scusa se hai l’impressione che questo articolo si stia dilungando troppo, ma per aiutarti a comprendere meglio cos’è l’IE, ho bisogno ora di soffermarmi un po’ di più sulle emozioni. Le emozioni sono risposte psicofisiologiche molto veloci (in alcuni casi il tempo necessario per processare uno stimolo è di 0,2 secondi).

Ogni emozione ha:

uno scopo:

le emozioni più antiche e primarie hanno uno scopo legato alla sopravvivenza – le più  evolute e recenti  (rispetto alla nostra storia evolutiva) , invece, sono legate alla nostra permanenza nel gruppo sociale. Ad esempio, la gioia ha come scopo quello della condivisione e dell’aumento dell’energia, la paura quello di sottrarci ad un pericolo…

delle azioni tipiche (corporee o verbali):

le emozioni indirizzano verso un tipo di azione (di movimento, di comportamento); con la paura posso scappare o congelarmi, con la rabbia mi attivo – anche in modo aggressivo, con la tristezza mi fermo in una postura abbattuta…

dei pensieri tipici:

ad esempio, la paura ha come pensiero tipico “qualcosa di importante per me è sotto minaccia”; la gioia ha questo pensiero “la vita sta andando bene”; la tristezza “ho perso qualcosa o qualcuno di importante”…

E I PENSIERI?

Per quale motivo nella spiegazione delle emozioni ci sto infilando anche i pensieri? Il pensiero non era un’abilità cognitiva, non stava sotto l’intelligenza? Le emozioni non sono quella cosa che si spara alla velocità della luce che senti nel corpo e che guida le nostre azioni…e che sono così difficili da governare?

Ecco, qui abbiamo una domanda che inizia a dare un senso, a fornire un valore aggiunto al mettere insieme le parole intelligenza ed emozioni, razionale ed emozionale.

DEFINIZIONE DI INTELLIGENZA EMOTIVA

Peter Salovey e John D. Mayer (i padri dell’intelligenza emotiva) nel 1997 definirono così questo concetto: “ abilità di identificare le emozioni, di accedere e utilizzare le emozioni in modo da assistere il pensiero, comprendere le emozioni e la pratica emotiva e gestire riflessivamente le emozioni così da promuovere la crescita emotiva e intellettuale”

In questa definizione ciò che è veramente importante, per me, è il fatto che non solo venga considerata fondamentale la razionalità per governare le emozioni e i loro impulsi, ma soprattutto che le emozioni hanno un ruolo decisivo per assistere il pensiero.

STUPIDI EMOTIVI

Esistono, infatti due modi per essere degli stupidi emotivi:

• Quando c’è un SEQUESTRO EMOTIVO

Hai presente un bambino quando è in preda alla rabbia? Che non ragiona, non ascolta? È il tipico esempio in cui si dice «mi si è chiusa la vena» «sono andata nel panico» «non ci ho visto più dalla rabbia» «sono impazzita dalla gioia» «ero fuori di me». In questi casi si verifica una vera e propria interruzione della comunicazione fra la corteccia prefrontale (maggiormente deputata alla regolazione delle emozioni e del comportamento) e il sistema limbico (che in modo generico possiamo definire come la “sede delle emozioni”).
Quando siamo in preda ad un sequestro emotivo, non siamo in grado di essere intelligenti.

• Quando siamo soggetti al “TAGLIO EMOTIVO”

Questa terminologia l’ho inventata io…perciò non troverai dei riferimenti di letteratura su Google :-), però è un fenomeno che è stato osservato scientificamente.

Come lo riconosciamo? Di fronte ad una persona con “taglio emotivo” ci rendiamo conto che nel valutare delle situazioni e prendere delle decisioni tiene in considerazione solo ed esclusivamente dati razionali e non quelli relazionali ed emozionali.

Ad esempio il manager che fa delle scelte nell’affidare un lavoro ad un collaboratore perché ha le competenze tecniche giuste per farlo, ma non considera il rapporto interpersonale che si è creato con gli altri membri del team e non si sofferma su come può reagire emotivamente quel dipendente rispetto a quel cambiamento (gioia? apprensione? rabbia?). Non utilizzare le informazioni emozionali a supporto del pensiero ci costringe ad una visione ristretta del mondo e rischia di farci prendere delle decisioni poco sostenibili a lungo termine, se non con conseguenze immediatamente spiacevoli.

ALLENARE L’INTELLIGENZA EMOTIVA

Le emozioni sono informazioni!
Sono informazioni preziose su noi stessi e ci dicono qualcosa rispetto a come stiamo vivendo una determinata situazione. Senza emozioni succede che tutte le scelte hanno la stessa importanza, non distinguiamo più le priorità e le nostre energie vengono così sprecate. E allora…perchè rinunciare a queste informazioni? Sono utili per fare scelte consapevoli e strategiche.

La cosa bella è che l’intelligenza emotiva, al pari di quella razionale, può essere allenata! E’ vero, abbiamo un corredo genetico che ci predispone ad un certo utilizzo delle nostre capacità, ma attraverso la consapevolezza e l’esercizio, possiamo migliorare sia le capacità cognitive che quelle emotive.

A cosa ci serve allenare l’intelligenza emotiva?

  • a fare scelte che siano connesse con il nostro obiettivo a lungo termine
  • a fare scelte sagge
  • ad avere relazioni migliori
  • a stare in benessere

Secondo il modello di IE Six Seconds le competenze da allenare sono 8, è possibile misurarle con un test (per il quale sono certificata) ed esercitarle attraverso degli esercizi specifici.

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