Se non lavoro continuamente, ho l’ansia. Sono un “workaholic”?

13 Feb 2024 | Blog

Andrea, 53 anni, e Sara, 32 anni; non si conoscono, ma sono accomunati dal fatto che il pensiero delle ferie è per loro fonte di ansia; così si organizzano per fare in modo di lavorare comunque almeno un paio d’ore anche in quei giorni.

Marco ha 43 anni, è un imprenditore nell’ambito dei servizi, ha una moglie, 2 figli e una crisi matrimoniale in corso “Laura mi ha urlato che sembra io sia sposato con il mio lavoro e non con lei”.

Francesca, 37 anni, single, è talmente coinvolta nel suo ruolo di responsabile finanziaria da non riuscire a incontrare neanche le sue amiche più care o andare al cinema (la sua passione di sempre) “il mio lavoro mi gratifica molto e non posso fare a meno di dedicarmici anima e corpo…ma oltre a questo la mia vita sembra vuota”.

L’importanza del lavoro per il nostro senso di realizzazione

Impegnarsi in attività lavorative è, di certo, una delle fonti importanti di realizzazione di sé: ci aiuta a sentirci soddisfatti e capaci, a mantenere una buona autostima, ci fa sentire connessi con il mondo e adulti di successo… Sentirsi coinvolti nell’attività professionale, in genere, porta a riconoscimenti e risultati gratificanti, generando un volano positivo. Le aziende, giustamente, rinforzano e premiano i dipendenti che mostrano impegno, responsabilità, disponibilità, affezione nei confronti del ruolo e dell’organizzazione.

Andrea e Sara potrebbero rispondere, a questo punto, “Dunque? … Dov’è il problema se continuo ad essere così concentrato sul lavoro? Non vorrai che mi trasformi in uno scansafatiche? Una persona che nella vita non ha realizzato nulla?”

Come capisco se soffro di workaholism?

Come scrivevo sopra, sentirsi motivati al lavoro e impegnarsi per dare il meglio di sé sono una parte fondamentale del nostro benessere; ma è importante fare attenzione ad alcuni campanelli d’allarme, la cui presenza ci rivela la possibile presenza di un disagio, più che di una sana motivazione verso la realizzazione di sè:

  • Non provi interessi per attività extralavorative, oppure ti senti irritabile all’idea di coinvolgerti in qualcosa che non abbia a che fare con il lavoro?
  • Senti di non poter lavorare di meno, altrimenti gli altri non ti accetteranno o non ti considereranno abbastanza?
  • Ti senti spesso preoccupato e ossessionato da pensieri relativi al lavoro anche quando sei in momenti di pausa (appuntamenti, scadenze, obiettivi…)?
  • Provi ansia, irrequietezza o panico se non stai lavorando?
  • Lavori per più di 12 ore al giorno anche durante il weekend e durante le vacanze, nonostante non vi siano condizioni oggettive economiche o richieste dal datore di lavoro?
  • Fai un uso eccessivo di sostanze stimolanti?

Se ti riconosci in più di una di queste frasi, è importante che tu prenda in considerazione l’ipotesi di aver sviluppato una dipendenza da lavoro (workaholism) e che ti rivolga ad un professionista preparato in tal senso (uno psicologo, meglio se specializzato in psicologia del lavoro e in psicoterapeuta). Gli studi in merito mettono in evidenza che le persone workaholic sono più soggette ad avere un tono dell’umore peggiore rispetto agli altri, a soffrire di alterazioni del sonno, ad avere una vita relazionale meno appagante ed è più probabile che manifestino malattie cardiovascolari.

Esistono diversi fattori che influiscono sulla probabilità che una persona diventi dipendente da lavoro: culturali, contestuali, organizzativi e di personalità. Ognuno di noi è un sistema e appartiene a sistemi relazionali; il modo in cui agiamo è, in fin dei conti, il nostro modo migliore di vivere nel contesto in cui ci muoviamo e di adattarci ad esso, in una continua ricerca di equilibrio fra i nostri bisogni di indipendenza e di appartenenza. Alcuni tratti di personalità predispongono più di altri allo sviluppo del workaholism, tuttavia questi non sono sufficienti per un’effettiva manifestazione di tale dipendenza; l’essere inseriti in contesti organizzativi in cui non viene rispettato il work/life balance e nei quali vengono affidati ai dipendenti obiettivi sempre più sfidanti, con la possibilità di passare molto velocemente dalle “stelle alle stalle” dell’azienda è sicuramente una delle importanti concause dello sviluppo del workaholism.

Prendi un appuntamento con me, per capire come poter superare il workaholism

 

Bibiografia:

“Stress, benessere organizzativo e performance”, a cura di De Carlo, Falco, Capozza, F. Angeli

Menghini, L., Spagnoli, P., & Balducci, C. (2023). Uncovering the main and interacting impact of workaholism on momentary hedonic tone at work: An experience sampling approach. Journal of Occupational Health Psychology, 28(6), 380–394

Altri articoli

Rientro al lavoro dopo le vacanze: post vacation blues e alcuni suggerimenti

Rientro al lavoro dopo le vacanze: post vacation blues e alcuni suggerimenti

La sindrome da rientro, spesso definita anche post-vacation blues, è una condizione di malessere psicologico e fisico che si manifesta tipicamente al termine delle vacanze estive, quando si ritorna alla routine quotidiana e alle responsabilità del lavoro. Questo fenomeno non è una patologia.

Bilancio di competenze: quando farlo e come funziona.

Bilancio di competenze: quando farlo e come funziona.

In questo articolo spiego:
perchè potresti avere bisogno di un bilancio di competenze
cos’è il bilancio di competenze
perchè funziona il bilancio di competenze
cosa si fa durante un bilancio di competenze