Sostenere un’interrogazione, un esame o un colloquio di lavoro è, per la maggior parte delle persone, una situazione scomoda; credo di poter affermare che tutti abbiamo provato almeno un minimo senso di agitazione al pensiero di affrontare uno di questi momenti.
Ciò che, di solito, cerchiamo di fare è controllare quello stato di agitazione, mandarlo via, negarlo, liberarcene e nasconderlo. Perché facciamo così? Perché può essere fonte di vergogna o di ulteriore timore: il fatto di sentirci in ansia per una situazione che realmente non mette in pericolo la nostra vita ci può far sentire degli stupidi o, per lo meno vulnerabili (e noi tutti sappiamo quant’è importante nella nostra società far vedere che, invece, si è infallibili!).
Eppure, il modo più efficace per poter migliorare il nostro stato di benessere nelle situazioni in cui sappiamo che dovremo dare una prestazione, è proprio quello di dare ascolto e osservare quali emozioni stiamo vivendo.
Le emozioni sono ricche di informazioni e riuscire a leggere il messaggio che ci stanno portando ci può dare utili indicazioni a trovare le strategie migliori per superare momenti che per noi possono essere difficili. Così come nel caso di un esame o di un colloquio di lavoro.
In quei frangenti, per chi si sente agitato, l’emozione che sente immediatamente è quella della paura, con i suoi diversi gradi di intensità (apprensione, nervosismo, ansia, timore, disperazione, panico…). del nostro corpo e del nostro cervello che si stanno preparando ad affrontare un evento che considerano pericoloso. Dunque il messaggio che ci sta portando è: “qualcosa di importante per me è in pericolo, è sotto minaccia, potrebbe rovinarsi, andare perso”.
Ma, se non siamo in pericolo di vita, che cosa percepiamo che sia messo sotto minaccia?
La risposta è chiara e va diritta al nostro senso di autostima: temiamo di essere giudicati male, di non essere considerati abbastanza bene, abbastanza bravi, meritevoli, di valore…
È naturale! Ognuno di noi ci tiene al fatto di essere apprezzato, approvato e amato, per questo tutte le situazioni in cui ci sentiamo giudicati alzano il nostro livello di allarme. Quando questo livello provoca emozioni e reazioni così intense da interferire con la concentrazione necessaria alla preparazione o alla performance, abbiamo bisogno di esercitare e allenare la nostra intelligenza emotiva, attraverso la regolazione delle emozioni.
Abbiamo a disposizione almeno 4 modi per superare la nostra ansia da prestazione utilizzando tecniche di intelligenza emotiva e pratiche di rilassamento:
- Trasformare i piccoli pensieri automatici che ci portano a non vedere alternative all’ineluttabile, secondo noi, evento negativo. Se immaginarti di fronte al selezionatore ti fa immediatamente pensare “ecco adesso scoprirà che non sono l’ottimo venditore che vorrei essere e capirà che con alcuni clienti ho sbagliato” e questo ti fa sentire in difetto e fallibile, allora puoi esercitarti a immaginare qualcosa di diverso. Per esempio: che cos’altro potrebbe vedere il recruiter oltre a quell’errore? Potresti dirti che nessuno fa tutte le cose perfette e, perciò, se l’assessor capirà che hai sbagliato con qualche cliente, potrebbe non considerarlo come qualcosa di così terribile da non vedere anche tutte le altre qualità che hai.
- Accettare il possibile fallimento: riuscire a dirsi che nella vita delle persone è possibile sbagliare un esame e non superare un colloquio di selezione. E che questo non vuol dire che “non vali nulla”, ma che semplicemente magari non eri sufficientemente preparato per quella materia (così saprai che la prossima volta dovrai studiare di più), oppure che non sei stato particolarmente brillante perché non avevi dormito bene, o, ancora che le tue caratteristiche non sono adatte per quell’azienda specifica ma saranno perfette per altre.
- Diminuire l’attivazione corporea. Se la tensione muscolare, l’accelerazione del battito cardiaco e il ritmo del respiro sono molto alti, puoi utilizzare le tecniche che favoriscono il rilassamento e consentono al corpo di portarsi in una condizione più adeguata a sostenere la performance (ad esempio le tecniche del respiro lento e del rilassamento muscolare progressivo). Queste pratiche possono essere utilizzate subito prima della prestazione, ma anche durante il periodo della preparazione al colloquio o all’esame (unite ad un’altra attività come lo yoga, la meditazione e una sana routine sportiva).
- Esercitare il realismo sull’impatto delle conseguenze. Più pensi che l’eventuale fallimento avrà conseguenze catastrofiche in tutte le sfere della tua vita, più lo stato d’ansia e il timore diventeranno intense. Ma, se ci pensi bene, il non superare quell’esame, potrà avere delle ripercussioni solo su uno o due ambiti della tua esistenza (probabilmente quello scolastico e la possibilità delle vacanze); non avrà conseguenze su altri aspetti, come ad esempio le amicizie, le relazioni amorose, lo sport e potrebbe avere un impatto solo minimo nella sfera delle tue finanze.Restringere il perimetro delle conseguenze negative favorisce un migliore stato di benessere e un atteggiamento più funzionale ad affrontare una situazione che richiede una performance.
In sintesi i modi che ti propongo per superare la paura del fallimento sono:
- Chiediti che cosa pensi che sia in pericolo per te, quando insorge la sensazione di ansia. Scoprirai che, probabilmente, sei in grado di proteggerlo!
- Discuti con i tuoi pensieri negativi e trovane di alternativi e più funzionali.
- Accetta la possibilità di fallire.
- Utilizza tecniche di rilassamento e pratica attività fisica.
Se vuoi saperne di più e imparare ad esercitare l’intelligenza emotiva per superare l’ansia da prestazione, contattami per una consulenza o un percorso.