Perché il Mio Malessere Non Passa? Comprendere il Sintomo Attraverso la Psicoterapia Sistemica
Quando si manifesta un sintomo psicologico, come ansia, depressione o un disturbo psicosomatico, la tendenza comune è cercarne le cause dentro di sé. Ci si chiede cosa non vada, cosa si sia rotto nel proprio equilibrio interiore. Eppure, la psicoterapia sistemica offre una prospettiva diversa: il sintomo non riguarda solo chi lo manifesta, ma è spesso il risultato di dinamiche relazionali più ampie. Secondo Carlos E. Sluzki, psichiatra e terapeuta sistemico, il sintomo assume una funzione precisa all’interno del contesto familiare o sociale e può diventare un modo per mantenere equilibri, anche se disfunzionali.
Il Sintomo Come Comunicazione del Sistema
Nella visione sistemica, il sintomo non è solo un segnale di disagio individuale, ma un messaggio che parla di tensioni, conflitti e adattamenti all’interno del sistema in cui la persona vive. Potrebbe emergere come una risposta inconscia a una crisi familiare, come una forma di protezione per evitare cambiamenti o come un mezzo per attirare l’attenzione su un problema sommerso. In questo senso, il sintomo può svolgere una funzione ben precisa, anche se dolorosa.
Immaginiamo una famiglia in cui i genitori vivono un conflitto irrisolto, ma evitano di affrontarlo apertamente. In questo contesto, un adolescente potrebbe iniziare a manifestare sintomi d’ansia o attacchi di panico. A prima vista, il problema sembra riguardare solo lui, ma se osserviamo la situazione con uno sguardo più ampio, possiamo notare che la sua ansia diventa un elemento che sposta l’attenzione dal conflitto genitoriale al benessere del figlio. I genitori, preoccupati per la sua salute, smettono di discutere tra loro e si concentrano interamente su di lui. Il sintomo, quindi, permette al sistema familiare di evitare uno scontro diretto, mantenendo un equilibrio che, pur essendo disfunzionale, sembra funzionare nel breve periodo.
Perché Alcuni Sintomi Persistono?
Una volta che il sintomo si è stabilito, può essere difficile interrompere il meccanismo che lo mantiene attivo. Spesso accade perché le risposte dell’ambiente circostante, pur con le migliori intenzioni, finiscono per rafforzarlo. Tornando all’esempio dell’adolescente ansioso, se i genitori reagiscono iper-proteggendolo e limitando le sue esperienze per evitare di farlo stare male, il ragazzo potrebbe trovare sempre più difficile sviluppare strategie personali per affrontare le proprie paure. Questo ciclo di risposte, noto come feedback negativo, può consolidare il sintomo anziché attenuarlo.
Un altro elemento che contribuisce al mantenimento del sintomo è la presenza di regole implicite rigide all’interno della famiglia o del sistema sociale. In alcune famiglie, ad esempio, il conflitto aperto è visto come una minaccia da evitare a tutti i costi, e chiunque tenti di rompere questa regola può incontrare resistenza. In questi casi, il sintomo diventa quasi una necessità per il sistema: permette di mantenere lo status quo e di evitare che questioni più profonde vengano portate a galla.
Infine, la resistenza al cambiamento è un fattore cruciale. Anche quando il sintomo causa sofferenza, modificarne la funzione implica una riorganizzazione dell’intero sistema, e questo può risultare spaventoso per tutti i membri coinvolti. Spesso è più rassicurante mantenere un equilibrio noto, per quanto problematico, piuttosto che affrontare l’incertezza del cambiamento.
Come Interviene la Psicoterapia Sistemica?
L’approccio sistemico alla psicoterapia non si concentra esclusivamente sul sintomo della persona, ma analizza le dinamiche relazionali che lo hanno generato e che lo mantengono attivo. L’obiettivo non è “curare” il singolo individuo, ma aiutare l’intero sistema a trovare nuovi modi di funzionare, più sani e più equilibrati.
Uno degli strumenti principali utilizzati è l’identificazione della funzione del sintomo, ovvero capire quale ruolo svolga all’interno del sistema. Quando le persone iniziano a vedere il sintomo non come un problema da eliminare, ma come un segnale di qualcosa di più profondo, si apre lo spazio per il cambiamento.
Un altro passaggio fondamentale è la ridefinizione del sintomo. Questo significa modificare il modo in cui il sintomo viene percepito dal sistema familiare, permettendo a tutti di adottare nuove modalità di interazione che non lo rendano più necessario. Ad esempio, se il sintomo serviva a tenere unita la famiglia attraverso la preoccupazione, può essere utile lavorare per costruire nuove forme di vicinanza, che non passino attraverso la sofferenza.
Inoltre, si lavora sulla promozione della differenziazione, cioè sull’aiutare ogni individuo a distinguere i propri bisogni e sentimenti da quelli dell’intero sistema, senza sentirsi costretto a “portare” sulle proprie spalle le dinamiche familiari. Questo aiuta a sciogliere il legame tra la sofferenza individuale e le dinamiche relazionali disfunzionali, permettendo alla persona di ritrovare maggiore libertà e autonomia.
Guardare Oltre il Sintomo
La visione di Sluzki ci invita a guardare oltre il sintomo, senza limitarci a chiederci “perché mi sento così?”, ma piuttosto “che ruolo ha questo sintomo nella mia vita e nelle mie relazioni?”. Questo cambio di prospettiva può essere il primo passo per uscire da una sofferenza che sembra senza via d’uscita.
Comprendere il legame tra sintomo e dinamiche relazionali non significa negare il dolore di chi sta male, ma permette di ampliare lo sguardo e di trovare nuove strade per affrontarlo. La psicoterapia sistemica offre strumenti per interrompere i meccanismi che mantengono il sintomo e per creare nuove modalità di interazione, più libere e funzionali, sia per l’individuo che per il sistema nel suo insieme.
Quando un sintomo si manifesta, quindi, può essere utile chiedersi: e se non fosse solo mio?
Se provi malessere psicologico rivolgiti ad un professionista della salute mentale in possesso dei requisiti necessari per svolgere questo delicato lavoro.